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La costruzione di basi militari straniere in Afghanistan e Iraq; i casi di tortura nelle basi di Guantanamo e Diego Garcia; la costruzione di nuove basi ad Okinawa; la “ristrutturazione” delle alleanze militari in Asia; e la crescita drammatica delle esercitazioni militari congiunte come parte della cosiddetta “guerra mondiale contro il terrore” hanno messo in evidenza l’importanza delle basi militari straniere, delle altre forme di presenza militare, e la militarizzazione di società intere e di come ciò venga usato per assicurare gli interessi di certi stati e corporazioni a detrimento della democrazia, della giustizia e della sovranità in tutto il mondo.

Un altro mondo non sarà possibile senza la liquidazione di queste basi e la smilitarizzazione delle società a livello nazionale e globale.

 

Negli ultimi due anni, abbiamo costruito una rete internazionale per raggiungere questo obiettivo. Molti di noi si sono incontrati per la prima volta nel Foro Sociale Mondiale e in altre riunioni oppure attraverso internet per formare una comunità globale. Le inquietudini più diverse si sono espresse in varie forme di intervento. Ma tutti condividiamo un obiettivo comune: la chiusura di tutte le basi straniere nel mondo.

 

I tempi attuali ci obbligano a intensificare le nostre azioni e a migliorare il nostro coordinamento. Il prossimo passo per consolidare la nostra comunità sarà rappresentato dall’organizzazione di una conferenza inaugurale della rete. Dopo molti scambi e deliberazioni, abbiamo deciso di organizzare la conferenza in Ecuador nel marzo 2007.

 

Speriamo che questa conferenza sia l’incontro più grande della storia recente di attivisti contro le basi militari. Faremo in modo che l’incontro offra un’opportunità speciale di organizzarci, in un confronto diretto; per condividere esperienze, scambiare strategie e lezioni apprese; e stabilire le fondamenta per un coordinamento più efficiente a livello globale e costruire le linee strategiche per campagne internazionali più efficaci.

 

Attraverso l’organizzazione di questa conferenza, speriamo di estendere la rete, rafforzando la coscienza dell’importanza del fatto che le persone che lavorano a livello locale contro le basi militari sentano il dovere di mettersi alla testa del processo di costruzione di una rete mondiale.

 

Lanciamo un appello a tutti e tutte gli attivisti e le attiviste della lotta contro le basi, tanto a livello individuale quanto di organizzazione, perché siano parte della costruzione di questa rete e campagna internazionale.

 

Lanciamo un appello ai movimenti globali per la pace, la giustizia e la sostenibilità ecologica; alle persone che lavorano in campagne e in mobilitazioni contro la guerra; al movimento contro la globalizzazione diretta dalle corporazioni e contro il militarismo e l’imperialismo; ai movimenti per il disarmo e la smilitarizzazione; e ai movimenti contro il razzismo e per la liberazione e la sovranità.

 

Lanciamo un appello alle organizzazioni religiose e ai gruppi che lottano per i diritti delle donne, dei giovani, dei popoli indigeni, dell’ambiente, delle minoranze sessuali, dei sindacati, dei movimenti sociali, dei diritti umani e alle altre istanze progressiste locali, nazionali e internazionali perché partecipino e contribuiscano alla costruzione di questo movimento globale.

 

Ci rivolgiamo a tutte le persone impegnate per la liquidazione delle basi militari straniere perché mandino loro rappresentanti a questo incontro. Dovunque siano presenti istanze e gruppi che lottano contro le basi nel proprio paese, facciamo loro appello perché si coordinino in merito all’invio di una delegazione nazionale.

 

Speriamo di ottenere la più ampia partecipazione possibile di gruppi alla conferenza e, a questo proposito, è nostra intenzione fare in modo che essa rappresenti un momento operativo in grado di formulare un piano di azione concreta. La sfida è quella di assicurare una partecipazione ampia, oltre che ordinata.

 

Invitiamo a far circolare la voce su questa iniziativa; costruendo un’ampia rete di organizzazioni che condividano il nostro intento e diffondendo questo appello ai collettivi che lavorano contro le basi, dovunque esse siano; costruendo legami con molti movimenti e lotte; e offrendo appoggio concreto a questo sforzo, nel più ampio raggio possibile.

 

La liquidazione delle basi militari nel mondo e l’azione tesa ad ottenere la smilitarizzazione è fondamentale nella lotta contro la guerra. Eliminare le basi militari straniere in tutto il mondo è un passo necessario per instaurare un altro mondo che è possibile e necessario.

 

5 novembre 2005

 

NO BASES NETWORK

Rete Internazionale per la Liquidazione delle Basi Militari Straniere
www.abolishbases.org

 

[Per i particolari organizzativi e per qualsiasi informazione sull’iniziativa, l’indirizzo e-mail è il seguente: [email protected]]

 

Peace and Justice Service (Ecuador)

Confederation of Indigenous Nationalities of Ecuador

Regional Advisory Foundation on Human Rights (Ecuador)

Campesino Social Security (Ecuador)

Pro-Human Rights Collective (Ecuador)

Tohallí Movement (Ecuador)

Altercom (Ecuador)

Ecumenical Human Rights Comisión [(Ecuador)

Conscientious Objector Group (Ecuador)

Christian Youth Association (Ecuador)

Migrants, Refugees, and Displaced [(Ecuador)

Llactacaru Migrant Association (Ecuador)

Pakistan Peace Coalition (Pakistan)

American Friends Service Committee – Peacebuilding Unit (US)

US Peace Council (US)

Nonviolence International (US)

American Friends Service Committee (US)

Bangladesh Krishok Federation

Gathering for Peace (The Philippines)

People’s Task Force for Bases Clean-Up (Philippines)

For Mother Earth (Belgium)

Campaign for the Demilitarisation of the Americas

Focus on the Global South

Fellowship for Reconciliation (US)

Campaign for Nuclear Disarmament (UK)

LALIT (Diego Garcia / Mauritius)

Asian Peace Alliance – Japan

Bangladesh Sramajibi Kendra (Bangladesh)

Cuban Movement for Peace and Sovereignty (Cuba)

Centro Memorial Dr. Martin Luther King, Jr (Cuba)

Stop the War Coalition (Greece)

SEATINI (South Africa)

Japan Peace Committee (Japan)

Transnational Institute